Hannah Arendt (1906-75) fu allieva di Heidegger, Husserl e Jaspers. Nel 1941 si trasferí negli Stati Uniti, dove insegnò all’università di Chicago, a Berkeley, Princeton e, dal 1967, alla New School for Social Research di New York. Tra le sue numerose opere, che hanno profondamente segnato la ricerca filosofica e politica contemporanea, ricordiamo: Vita activa (Bompiani 1994), Che cos’è la politica? (Einaudi 1995), La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme (Feltrinelli 2000), Lettere (con Martin Heidegger, Comunità 2001), Antisemitismo e identità ebraica. Scritti 1941-1945 (Comunità 2002), Le origini del totalitarismo (Einaudi 2004), Responsabilità e giudizio (Einaudi 2004) e Sulla rivoluzione (Einaudi 2006).