Con Cavour hanno fatto l’Italia in diciassette mesi. Hanno inventato l’industria automobilistica e il cinema. Figli delle montagne, hanno dato vita al primo Yacht Club italiano. Sono andati alla conquista del mondo con la loro genialità visionaria. I Torinesi sono stati inarrestabili fino a quando, liquidata la monarchia, si sono dati come principe Gianni Agnelli, considerandolo il vero signore d’Italia e il suo ambasciatore.
È una storia di grandezze ma anche di bassezze quella raccontata da Osvaldo Guerrieri. Santità, criminalità, densità sublimi del pensiero politico, altezze dell’arte, svenevolezze crepuscolari, rivelazioni ultrasensibili si intrecciano in questo libro così come si sono intricate in centocinquant’anni di rimescolamenti. È la narrazione non di uno storico ma di un turista davanti alle vetrine della storia, che al termine della sua passeggiata faziosa, approdando al sovvertimento delle identità, si domanda: esistono ancora i Torinesi?