Tutto ha inizio da una sedia a rotelle, immersa nel buio sul marciapiede deserto di un vicolo di Barcellona. Francisco Balmes detto Paquito, rappresentante di bigiotteria sposato e con figli, ha la sfortuna di passare da quelle parti e di incrociare lo sguardo dell’uomo che è sopra quella sedia: un invalido ancora ben messo, con belle braccia muscolose, collo taurino e un’aria di solitudine, quasi di tristezza antica. Come una suora della carità, Paquito si ritrova ad aiutare l’uomo ad attraversare la strada. Spinge la sedia sull’asfalto lucido fino all’altro marciapiede e poi fino a un vicolo, un budello pieno di pile di cartoni, finestre con le sbarre e coppie che amoreggiano. Tutto precipita in pochi istanti: nel punto più buio del vicolo l’invalido si alza in piedi. Niente più sedia a rotelle, niente più gambe che cedono. Solo le braccia muscolose, il collo taurino, lo sguardo cattivo. Piazzandogli la lama di un coltello alla gola, l’uomo gli intima di dargli tutto.