In ogni uomo, come in un abbecedario dell’evoluzione, palpita di volta in volta il cuore di una bestia, di un intellettuale, di un mostro egoista o di una nobile persona. Ogni essere umano può davvero dire: «io sono tutte queste persone differenti - tutte queste persone sono me».
E, tra tutti gli esseri umani, soprattutto lui, il protagonista di queste pagine: Logan Mountstuart, che negli Anni Trenta è a Londra, vive a Chelsea come un perfetto dandy e frequenta Cyril Connolly, Virginia Woolf e l’intero gruppo di Bloomsbury. Lui, Logan, che a Parigi diventa amico di Joyce, Picasso, Hemingway e in Spagna, durante la guerra civile, è un fiero combattente e, durante la seconda guerra mondiale, in compagnia di Ian Fleming, una perfetta spia dell’intelligence britannica. Lui, lo scrittore anglouruguayano, che nel dopoguerra newyorchese è a suo agio tra i bohémien dell’avanguardia artistica e, negli Anni Settanta, è di nuovo in Inghilterra, dove gli accade inconsapevolmente di fare da corriere alla Baader-Meinhof.
Attraverso le infinite personalità di Logan Gonzago Mountstuart, scrittore, dandy, seduttore, ciarlatano, spia, sfila, in questo indimenticabile romanzo, tutta la costellazione di immagini del secolo appena trascorso.