Questa raccolta, curata da Sudhir Kakar, l’autore di Mira e il Mahatma e di altre importanti opere della narrativa indiana contemporanea, presenta storie d’amore ambientate in ogni parte dell’India e scritte originariamente nelle più disparate lingue del subcontinente indiano: assamese, bengali, marathi, kannada, gujarati, kashmiro, malayalam e così via.
Mostra, dunque, un paesaggio variegato dell’esperienza e della concezione dell’amore nell’India contemporanea.
Un paesaggio, tuttavia, in cui avanza anche un evidente tratto comune: la fine della concezione fiabesca e romantica dell’amore che dall’antica tradizione letteraria è giunta sino al cinema indiano.
Nessuna delle storie che seguono narra di un amore puro e contrastato destinato, come a Bollywood, all’inevitabile lieto fine. In molte delle vicende al centro di questi racconti l’amore è, anzi, puro desiderio erotico o passione sovversiva che travolge le barriere sociali e precipita nell’abisso della gelosia e della violenza. E la tradizionale convinzione che la descrizione letteraria dell’amore debba essere contrassegnata dal shringara rasa, il sentimento d’amore eterno, sembra naufragare completamente in storie nelle quali la nascita stessa dell’amore comporta spesso il presagio della sua fine.
Infine, a suggellare la radicale trasformazione della concezione e dell’esperienza dell’amore nell’India contemporanea, protagoniste di questi racconti sono spesso donne, donne che sognano un amore libero da ogni restrizione sociale e inibizione interiorizzata, dalle pastoie degli obblighi famigliari e dai doveri nei confronti degli anziani e degli altri custodi delle tradizioni sociali. Un sogno che appare in tinte ancora più brillanti ogni volta che, appartenendo alle caste più umili e basse della società, le donne sono estranee alla morale e ai timori delle classi elevate, e non vivono alcun conflitto tra ciò che inconsciamente desiderano e ciò che mostrano coscientemente di volere.