Neri Pozza Editore | Beatrice Colin
 
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Beatrice Colin

Beatrice Colin, nata a Londra e cresciuta in Scozia, ha vissuto per anni a New York lavorando come giornalista freelance per il Guardian e numerose altre testate. Autrice di testi teatrali e radiofonici per la BBC, ha pubblicato i romanzi La vita luminosa di Lilly Afrodite e New York 1916, tradotti in molti paesi e pubblicati in Italia da Neri Pozza. Vive a Glasgow.

I LIBRI

New York 1916

Beatrice Colin

È il 1916 e, mentre l'Europa sta già vivendo la tragedia della guerra, in America si fa strada una nuova musica, esaltante, liberatoria, moderna, ricca di improvvisazione: il jazz, che di lì a poco uscirà dai ghetti dei neri per invadere pacificamente ogni casa e ogni locale, senza distinzione di colore, razza o ricchezza.
A New York il cuore della vita artistica è un triangolo di vicoli a Manhattan chiamato Tin Pan Alley, dove agenti teatrali, produttori, sale da concerto e da vaudeville popolano quello che per gli amanti della musica è ben più che un luogo fisico: è l'adrenalina di dieci, venti, trenta pianoforti che suonano contemporaneamente, è il ruggito delle macchine da stampa che sfornano cinquanta pagine di spartiti al minuto, il sesso e la malinconia del suono del nuovo secolo.
A Tin Pan Alley lavora come venditore di canzoni Monroe Simonov. Nato sull'oceano Atlantico a bordo di una nave di emigranti provenienti dalla Bielorussia, Monroe raggiunge ogni giorno il suo cubicolo alla Universal Music Corporation dove suona incessantemente al piano nuove canzoni per venderne gli spartiti.
A Tin Pan Alley coltiva i propri sogni anche Inez Kennedy, una bella ragazza del Midwest dai capelli ramati, che si mantiene lavorando come modella in un grande magazzino e aspira a diventare una ballerina o una stella del nascente cinema.
Monroe e Inez si incontrano, si amano follemente, condividono le stesse passioni, ma la loro storia è breve: Inez si allontana, attratta da qualcosa di diverso, da un futuro che soltanto il matrimonio con un uomo ricco e potente sembra poter offrire alla sua ambizione. E al giovane musicista non resta che comporre canzoni da dedicare al suo amore perduto.
Parallela scorre la vita di Anna Denisova, affascinante intellettuale russa, che attraversa l'America tenendo conferenze e scrivendo articoli in attesa che nella sua patria il regime zarista venga rovesciato. Non appena i compagni rivoluzionari saliranno al potere e per lei non ci sarà più il pericolo di finire in prigione, Anna ritornerà in Russia, dalla sua unica grande passione, il figlio lasciato per inseguire il sogno di libertà.
Quando l'America entra nella guerra già in corso in Europa, e in Russia il comunismo si consolida al potere, gli eventi travolgono le vite di Monroe, Inez e Anna: arruolamenti e diserzioni, intrighi politici e disillusioni mettono in pericolo vita e affetti. E rimangono solo le canzoni, a dare speranza in un futuro senza tradimenti e menzogne, dove contano soltanto le leggi del cuore.

La vita luminosa di Lilly Afrodite

Beatrice Colin

Lilly Nelly Afrodite nasce ufficialmente il 31 dicembre del 1899 a Berlino. In realtà trae il suo primo respiro nel ventesimo secolo, quando l’ultima mezzanotte dell’Ottocento è appena scoccata. Nasce in una metropoli in cui le ciminiere sbuffano e le fabbriche sibilano, e i lavoratori si riversano a milioni nei casermoni appena costruiti in periferia.
Nei rari momenti in cui è a casa, sua madre, scrittrice, attrice e, a tempo perso, membro di una compagnia di cabaret, la soffoca di baci e carezze. Lilly, però, non è destinata a godere a lungo della sua presenza. La vita bohémienne di sua madre termina, infatti, tragicamente il giorno in cui il suo amante bavarese le spara, dopo averla scoperta a letto con un giovane studente di filosofia.
Per la piccola Lilly si spalancano così le porte del San Francesco Saverio, l’orfanotrofio cattolico di Berlino, dove impera e infrange cuori l’affascinante e ambigua suor August, la pelle perfetta, il viso finemente modellato e un metro e ottantacinque di altezza. E dove fa un giorno la sua comparsa la bella dodicenne Hanne Schmidt, un cappello con la piuma rossa in testa, un filo di rossetto sulle labbra e tre fratellini al fianco.
Lilly e Hanne diventano da allora amiche inseparabili e, quando l’età le obbliga a lasciare l’orfanotrofio, affrontano coraggiosamente insieme la vita nella tumultuosa metropoli tedesca.
È la Berlino della Repubblica di Weimar, dove ogni giorno c’è uno spargimento di sangue, si innalza una barricata, rimbombano colpi di arma da fuoco, ma dove si aprono anche a un ritmo incessante nuovi cabaret e locali notturni, e i conti e i principi di Prussia e Baviera, di ritorno dai loro eccentrici viaggi, alloggiano in alberghi di lusso o riaprono le loro magioni.
Gonne che sfiorano il ginocchio, capelli a caschetto, Lilly e Hanne non tardano a trovare il loro posto nella fervente vita notturna berlinese. È soltanto a Lilly, però, che la vita concede di passare dalle audizioni di riviste e teatri scalcinati ai set del nascente cinema tedesco, e di innamorarsi di un geniale regista russo che la trasforma in una delle grandi stelle della cinematografia, un’icona dai capelli bruni e i grandi occhi striati d’argento.
Avvincente come pochi altri romanzi, La vita luminosa di Lilly Afrodite è la storia di una donna che ha vissuto fino in fondo la sua vita, una storia fatta di sfarzo e miseria, di luce e ombra, dissolutezze e amore… una storia che illumina un periodo straordinario del secolo scorso.

La cattura dell'effimero

Beatrice Colin
Parigi, 1886. In un freddo mattino invernale, un’enorme mongolfiera a strisce bianche e azzurre si leva nel cielo plumbeo di Champ de Mars. Nella gondola di vimini i passeggeri, uomini in cappello a cilindro e donne in soprabiti da viaggio bordati di pelliccia, corrono da un lato all’altro, spensieratamente dimentichi del fatto che a tenerli sospesi sia semplice aria calda. Solo Caitriona Wallace se ne sta a debita distanza dal bordo del cesto, attanagliata da un terrore tutto suo.
Otto anni prima, Cait non immaginava nemmeno lontanamente che si sarebbe ritrovata un giorno in una mongolfiera in volo sopra Parigi. Era una donna sposata, sistemata, ben piantata a terra. Ma dopo la tragica e prematura morte del marito, Cait ha dovuto cambiare prospettiva. A trentuno anni, rimasta sola, ha accettato un impiego come chaperon di due giovani scozzesi, Jamie e Alice Arrol, in Grand Tour per l’Europa.
A bordo del pallone aerostatico soltanto un passeggero attira l’attenzione della donna, un uomo dall’aria assorta, in piedi dietro a una piccola scatola di legno. Indossa un farfallino morbido e, a differenza degli altri uomini, è a capo scoperto. È Émile Nouguier, il progettista della Tour Eiffel. Gustave Eiffel ha rilevato il suo brevetto e, oltre a occuparsi della costruzione, si è assunto l’onere di larga parte delle spese. La torre sarà costruita proprio sotto i loro piedi, a Champ de Mars, in occasione dell’Esposizione Universale, per celebrare il centenario della Rivoluzione francese.
Per i parigini, tuttavia, quell’enorme costruzione di metallo imbullonato con metallo è tutt’altro che un’opera d’arte, è un traliccio sopravvalutato, un lampione irrimediabilmente tragico.
La torre non è progettata per durare a lungo: vent’anni, e poi verrà smantellata. Paragonata ad altre strutture delle stesse dimensioni, è un batter di ciglia, un palpito del cuore, una creazione effimera. Proprio come il fragile sentimento che, fin dal primo momento, lega Émile a Caitriona Wallace. Sentimento a cui lui sembra destinato a rinunciare, dato che il suo dovere è quello di trovarsi una moglie ricca, che abbia dei soldi da investire nella fabbrica di famiglia.
Dopo il successo internazionale di La vita luminosa di Lilly Afrodite, Beatrice Colin torna con un elegante romanzo storico capace di ricostruire sapientemente le atmosfere della Parigi della Belle Époque, quando la Tour Eiffel si apprestava a diventare un’icona della città e i café erano popolati da «pittori, aristocratici eccentrici, prostitute disperate, amanti segreti» (Booklist).
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