Neri Pozza Editore | Cennino Cennini
 
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Cennino Cennini

Pittore allievo di Agnolo Gaddi, a cavallo tra il XIV e il XV secolo, Cennino Cennini lavorò al Libro dell’arte, il re dei manuali sulle tecniche artistiche del basso medioevo, probabilmente intorno al  1398, su commissione di una corporazione di pittori di Padova.
La presente edizione a cura di Fabio Frezzato vuole proporsi al grande pubblico dei lettori d’arte, degli appassionati, degli studenti, ma anche degli stessi specialisti, come l’edizione per eccellenza dell’opera del Cennini, «la migliore lezione oggi accessibile del libro», come ha scritto Giorgio Bonsanti.

I LIBRI

Il libro dell'arte

Cennino Cennini, Fabio Frezzato

Scritto a cavallo tra il XIV e il XV secolo da Cennino Cennini, un onesto pittore di scuola fiorentina, nato a Colle di Val d’Elsa, allievo di Agnolo Gaddi e autore forse di una Madonna col Bambino conservata presso il Deposito degli Uffizi, Il libro dell’arte è certamente il più famoso trattato sulle tecniche artistiche che ci sia stato tramandato.
La fortuna di quest’opera, che probabilmente nacque nell’ambito di una delle potenti corporazioni che regolamentavano e tutelavano l’attività dei pittori (una delle tesi è che sia una sorta di testo di riferimento, se non un vero e proprio statuto, della fraglia dei pittori di Padova, città in cui Cennino Cennini si stabilì intorno al 1398), risale soprattutto agli ultimi due secoli, nei quali è diventata una sorta di totem, di manifesto della pittura a partire da Giotto, il «gran maestro» che, secondo le parole del pittore di Colle di Val d’Elsa, «rimutò l’arte del dipignere di grecho in latino e ridusse al moderno».
A partire dal 1821, grazie alle preziose edizioni di Tambroni, poi dei Fratelli Milanesi e di Simi, Il libro dell’arte cessò di essere uno dei trattati della tradizione toscana noti esclusivamente a eruditi e antiquari, e divenne un documento prezioso per la storia dell’arte, un’opera fondamentale per critici d’arte, storici e letterati che ne potevano cogliere di volta in volta i valori storici o stilistici o filologici.
Con la gloriosa edizione di Franco Brunello, apparsa per le edizioni Neri Pozza nel 1971, Il libro dell’arte fu definitivamente recepito come il «primo esempio di opera tecnologica rinascimentale, precorritrice di quella serie di trattati sulle diverse arti industriali, fioriti in Italia lungo il XV e XVI secolo».
La presente edizione, curata da Fabio Frezzato, sottopone per la prima volta il testo cenniniano a un esame integrale e contestuale. Come scrive Giorgio Bonsanti nella sua prefazione, Frezzato «ha ristabilito la migliore lezione oggi accessibile del libro. Ha indagato i fatti storici e biografici, inquadrando la presenza padovana di Cennino nella realtà della città a quel tempo… Ha ricostruito la storia di ognuno dei quattro codici superstiti … Ha fornito risposte esaurienti alle curiosità del lettore, mettendogli a disposizione anche un indice commentato e spiegato dei colori, un dizionario dei termini e dei materiali, una bibliografia estesa e puntuale». Un’edizione esemplare, per la quale è «perfettamente appropriato il termine di “definitiva”».

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