
Non capisco gli irlandesi
Il sogno americano dei nostri giorni: così potrebbe essere riassunto il contenuto di quest'opera, che ha ottenuto negli Stati Uniti un considerevole successo di pubblico e critica, al punto che John Updike ha annoverato la sua autrice tra i più grandi scrittori di racconti del XX secolo, al fianco di autori come Faulkner, Fitzgerald e Hemingway.
Gish Jen non parla solo dei cino-americani cui appartiene, ma anche della comunità ebraica, africana, irlandese e così via. Con una scrittura dallo humor travolgente, narra di vicende di immigrazione, assimilazione e tensione tra le comunità etniche dei nostri giorni, ma con uno sguardo divertito ad antichi conflitti.
Sullo sfondo, unico e irripetibile, del melting pot americano si profila, infatti, in queste pagine, una straordinaria galleria di personaggi in cui rivive, con una nuova, esilarante comicità, l'eterno conflitto tra tradizione e modernità, e l'inevitabile scontro che ne consegue tra differenti generazioni e culture.
Vi è una madre cinese che non capisce la figlia, che è andata in sposa a un irlandese fannullone; un giovane cinese che ritorna in Cina per insegnare inglese, spinto dal mito delle sue origini, un programmatore di computer che si ritrova prigioniero in un albergo pieno di neri…
Lotte di classe, razza, sesso, lavoro: tutte le tensioni del mondo contemporaneo si ritrovano in questo libro che mostra il lato oscuro e nascosto delle società moderne con uno sguardo innocente e ironico.