Neri Pozza Editore | Graham Swift
 
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Graham Swift

Graham Swift è nato a Londra nel 1949, e ha studiato a Cambridge. Nel 1996 ha vinto il James Tait Black Memorial Prize e il Booker Prize con Ultimo giro. Nel 1987 ha vinto il Premio Grinzane Cavour con Il paese dell’acqua (BEAT 2016), considerato uno dei migliori romanzi britannici del secondo dopoguerra. Alcuni suoi libri sono diventati celebri film, come L’ultimo bicchiere, con Michael Caine e Bob Hoskins, tratto da Ultimo giro, e come Il paese dell’acqua, con Jeremy Irons, tratto dall’omonimo romanzo.

I LIBRI

Grandi illusioni

Graham Swift

È l’estate del 1959 a Brighton, la sfavillante città della luce nel sud-est della costa inglese. Sul molo, sera dopo sera, Jack Robinson, che a ventotto anni è già una vecchia volpe da palcoscenico, introduce il numero più atteso della serata, quello in cui si esibiscono il mago Ronnie Deane, noto come il Grande Pablo, e la sua assistente Evie White. Tra illusioni e trucchi magici, qualche battuta, qualche canzoncina, un po’ di danza, un po’ di tip tap, ogni sera i tre ragazzi concludono lo spettacolo tra gli applausi scroscianti del pubblico. Inseparabili sul palco, Jack, Ronnie ed Evie formano un trio sbilenco anche nella vita. Jack e Ronnie si conoscono da qualche anno, da quando facevano il servizio militare. Ronnie e Evie, invece, devono a Jack il fatto di trovarsi lì: anzi, probabilmente è proprio grazie a lui che si sono fidanzati. Lo scintillante anello che Evie porta al dito è la prova che lei e Ronnie si sposeranno a settembre, quando lo spettacolo che li ha consacrati al successo chiuderà i battenti. Ma la vita è spesso imprevedibile e qualche mese dopo, inaspettatamente, Evie diventerà la moglie di Jack, con cui resterà sposata per quasi cinquant’anni. Sarà soltanto dopo la morte del marito che l’anziana donna tenterà di riannodare i fili del passato, tornando all’estate del 1959 e alla sua storia d’amore con il misterioso e sfuggente Ronnie. Che i lontani eventi dell’infanzia di Ronnie, i giorni trascorsi a Evergrene, luogo incantato nel cuore profondo della campagna, abbiano a che fare con il velo d’ombra che ha accuratamente steso sulla sua vita? Magia e realtà condividono il palcoscenico in questo magistrale romanzo che compie il suo incantesimo davanti agli occhi del lettore senza svelarne il trucco e si conferma «il lavoro di un romanziere dalla penna scintillante» (The Guardian).

Il paese dell'acqua

Graham Swift

Thomas Crick vive nei Fens, le terre bonificate e «sottratte all’acqua» dell’Inghilterra orientale: «un paesaggio che, tra tutti i paesaggi, è quello che più si avvicina al Nulla», un luogo in cui le azioni degli uomini sembrano costantemente soccombere alle forze elementari della natura.
Insegnante di storia che per trentadue anni ha svelato ai suoi allievi i misteri del passato, Crick si trova ora costretto a mettere in discussione «sostanza e scopo» della sua professione e della sua vita. Alla scuola in cui lavora è stato «imposto di fare economie», e davanti ai suoi occhi aleggia lo spettro della «pensione anticipata».
Il «vecchio Cricky» decide allora di non insegnare più la Storia con la s maiuscola nelle sue ultime lezioni. Cessa di parlare dello spargimento di sangue che, a Parigi alla fine del
Settecento, ha dato il via al mondo moderno, e inizia a narrare del mistero del suo passato e delle sue storie.
Storie della vita su un fiume, di un padre che catturava anguille, del cadavere di un annegato trovato nel fiume anni prima. Storie del mondo dei Fens, dove la terra è d’una piattezza così uniforme da spingere gli uomini a pensieri insonni e inquieti. Considerato uno dei grandi romanzi del secondo Novecento, Il paese dell’acqua è un’opera che ha il respiro e l’ambizione di una tragedia greca nel cuore dell’Inghilterra di tre generazioni.
La presente edizione è accompagnata da una postfazione in cui Graham Swift si sofferma su genesi e procedimento del romanzo.
 

Un giorno di festa

Graham Swift
È il Mothering Sunday, la Festa della Mamma, del 1924 in Inghilterra. La guerra è alle spalle e un’altra è all’orizzonte. Ma è una bella domenica di fine marzo, perfetta per rimuovere i lutti e celebrare in allegria la speciale ricorrenza del giorno. Il rituale della festa prevede visite di cortesia, picnic all’aperto e inviti a pranzo in compagnia di amici e familiari. Un rituale già quasi in disuso, ma che i Niven e gli Sheringham, due delle famiglie più in vista del Berkshire, si tengono ben stretto, come se appartenessero ormai a un’unica famiglia dopo aver perso dei figli in guerra.
Su invito degli Hobday, un altro illustre casato delle verdi contee che circondano Londra, si vedranno a pranzo per brindare e parlare dell’evento ormai imminente: le nozze tra Paul, il giovane rampollo degli Sheringham scampato alla guerra, ed Emma Hobday.
Per la servitù dei Niven, com’è consuetudine, il Mothering Sunday è una «giornata libera» da trascorrere con i propri cari. Per tutti, eccetto che per Jane Fairchild. Giovane orfana che presta ormai da qualche tempo servizio presso i Niven, Jane si appresta a trascorrere la domenica di festa su una panchina in giardino, tra il ronzio dei fuchi e il profumo della magnolia già carica di boccioli, quando squilla il telefono. Si affretta all’apparecchio e il suo cuore si libra in cielo allorché riconosce la voce all’altro capo del telefono: Paul Sheringham, il giovane rampollo di cui da sette anni, con gioia e senza alcun pudore, è l’amante, la invita per la prima volta a casa sua.
La telefonata di Paul, e le ore poi trascorse con lui, faranno di quel Mothering Sunday del 1924 una data incancellabile nel ricordo di Jane negli anni a venire, un giorno di festa cominciato nella luce più pura e terminato nel buio di un’oscura notte della vita e dell’anima.
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