Neri Pozza Editore | Mitsuyo Kakuta
 
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Mitsuyo Kakuta

Mitsuyo Kakuta è nata nel 1967 a Yokohama, in Giappone. Laureata all'Università Waseda e specializzata in letteratura, ha vinto i più importanti premi letterari giapponesi. La cicala dell'ottavo giorno (Premio Chuo Koron), da cui sono stati tratti un film e una serie tv, ha venduto oltre un milione di copie in Giappone.

I LIBRI

La ragazza dell'altra riva

Mitsuyo Kakuta

Thomas Savage (1915-2003) è stato un autore americano che, tra il 1944 e Sayoko ha trentacinque anni, un marito ligio alla tradizione materna che vuole la donna chiusa tra le pareti di casa, una figlia di tre anni, Akari, che nel parco, dove Sayoko di tanto in tanto la conduce, se ne sta a giocare da sola in un angolo.
Anche Sayoko è sola. La routine quotidiana è ormai per lei un peso che, giorno dopo giorno, minaccia di soffocarla.
La donna decide così di rispondere a svariati annunci di offerte di lavoro. Dopo aver collezionato una marea di rifiuti, riceve la chiamata di Aoi, titolare di una società che offre un servizio di sorveglianza e un aiuto domestico alle persone che si avventurano in viaggi di lunga durata. Il lavoro è semplice, si tratta di annaffiare le piante, strappare le erbacce in giardino, ritirare la posta e fare le pulizie. Sayoko accetta con entusiasmo. Si ritrova così a dividere il tempo con una donna con una personalità e uno stile di vita completamente diversi dai suoi. Lei vive in funzione dell’opprimente marito e della figlia. L’altra dirige una piccola azienda e si gode la propria libertà pur celando, dietro un’apparente sicurezza, un passato difficile con cui fare i conti.
Durante i turni le due donne si studiano, si confidano e si domandano segretamente come sarebbe potuta essere la loro vita, se avessero fatto l’una le scelte dell’altra. Mentre Sayoko inizia a rinascere, riscoprendo la voglia di uscire e di avventurarsi nel mondo, Aoi percepisce dentro di sé un sottile cambiamento, come se quella donna conosciuta per caso fosse una «ragazza dell’altra riva», venuta direttamente dal suo passato per dirle che non è troppo tardi per ricominciare a vivere.
Dopo La cicala dell’ottavo giorno, il libro che l’ha rivelata sulla scena letteraria internazionale, Mitsuyo Kakuta ritorna con un avvincente romanzo sulla condizione femminile nel paese del Sol Levante, un’opera acuta e graffiante su due donne diverse ma ugualmente desiderose di riscattarsi grazie all’amicizia e al potere guaritore dell’amore.il 1988, ha pubblicato ben tredici romanzi. Il potere del cane, pubblicato per la prima volta nel 1967, in America è oggi diventato un vero caso editoriale.

La ragazza dell'altra riva

Mitsuyo Kakuta
Sayoko ha trentacinque anni, un marito ligio alla tradizione materna che vuole la donna chiusa tra le pareti di casa, a occuparsi con saggezza delle faccende domestiche, una figlia di tre anni, Akari, che nel parco, dove Sayoko di tanto in tanto la conduce, se ne sta a giocare da sola in un angolo, discosta dagli altri bambini.
Anche Sayoko è sola, ma soffre terribilmente della sua solitudine. La routine quotidiana è per lei un peso che, giorno dopo giorno, si accresce a dismisura e minaccia di soffocarla.
La donna decide così di rispondere a svariati annunci di offerte di lavoro. Dopo aver collezionato una marea di rifiuti, riceve la chiamata di Aoi, titolare di una società, la Platinum Planet, che offre un servizio di sorveglianza e un aiuto domestico alle persone che si avventurano in viaggi di lunga durata. Il lavoro è semplice, si tratta di annaffiare le piante, strappare le erbacce in giardino, ritirare la posta e fare le pulizie. Sayoko accetta con entusiasmo. Si ritrova così a dividere il tempo con una donna che ha la sua stessa età, ha frequentato la sua stessa università, e ostenta una personalità e uno stile di vita completamente diversi dai suoi, se non addirittura agli antipodi.
Lei vive in funzione dell’opprimente marito e della figlia. L’altra dirige una piccola azienda e si gode la propria libertà pur celando, dietro un’apparente sicurezza di sé, un passato difficile con cui fare i conti.
Durante i turni le due donne si studiano, si confidano e si domandano segretamente come sarebbe potuta essere la loro vita, se avessero fatto l’una le scelte dell’altra. Mentre Sayoko inizia a rinascere, riscoprendo la voglia di uscire e di avventurarsi nel mondo, Aoi percepisce dentro di sé un sottile cambiamento, come se quella donna conosciuta per caso fosse una «ragazza dell’altra riva», venuta direttamente dal suo passato per dirle che non è troppo tardi per ricominciare a vivere.
Dall’autrice rivelazione de La cicala dell’ottavo giorno, un avvincente romanzo sulla condizione femminile nel paese del Sol Levante.
Un romanzo acuto e graffiante su due donne diverse ma ugualmente desiderose di riscattarsi grazie all’amicizia e al potere guaritore dell’amore.

La cicala dell'ottavo giorno

Mitsuyo Kakuta
Kiwako è un’attraente ragazza quando, alla fine degli anni Ottanta, viene assegnata dalla K, una grande industria di abbigliamento intimo, alle Pubbliche relazioni col compito di illustrare sul bollettino mensile dell’azienda i profili dei nuovi impiegati. Incaricata di descrivere Akiyama Takehiro, un impiegato di Nagano appena approdato alla sede centrale di Tokyo, Kiwako commette un errore grossolano. Pubblica, a corredo dell’articolo, una fotografia che non ritrae il nuovo arrivato, ma l’impiegato oggetto del pezzo successivo. Quando va a scusarsi con Takehiro, questi risponde scherzosamente: «Invitami a cena e sarai perdonata».
La cena si svolge, e si rivela fatidica. I due cedono senza ritegno alla passione e si legano in un rapporto che non risparmia a Kiwako umiliazioni e ferite. Takehiro, infatti, è sposato con Etsuko, un’impiegata part-time presso la K di Nagano, e non esita a ricorrere a menzogne, sotterfugi e false promesse, innanzi tutto quella di abbandonare la moglie, pur di tenere legata a sé Kiwako.
Dopo aver subito un aborto dalle conseguenze irreparabili e aver assistito, sgomenta, alla nascita della bambina di Takehiro ed Etsuko, Kiwako compie qualcosa di inimmaginabile, un crimine per il quale finisce ricercata dall’intero commissariato di polizia di Hino, a Tokyo. Penetra in casa di Takehiro ed Etsuko e rapisce Erina, la loro figlia di sei mesi.
Con la bambina in braccio, una neonata che sorride dolcemente, Kiwako riesce a far perdere le proprie tracce e a raggiungere una comune tra le montagne chiamata la «Casa degli angeli», i cui abitanti – tutte donne – vivono nutrendosi dei frutti della terra e condividendo ogni bene.
Romanzo che ha trionfato in Giappone, e da cui è stato tratto un celebre film, La cicala dell’ottavo giorno è un’opera che, con i mezzi propri della letteratura – un uso magistrale della prima persona, differenti registri di scrittura, impeccabili personaggi secondari che arricchiscono la storia – parla di solitudine e di dilemmi esistenziali, di scelte coraggiose e di imperabili infamie. Acclamato ovunque nei paesi in cui è stato pubblicato, il libro ha svelato sulla scena letteraria internazionale il talento di una scrittrice capace di narrare in maniera universale dei capricci del destino e dell’amore materno, della viltà e della grandezza morale, della meschinità e, insieme, della generosità dell’amore.
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