2023, pp. 336, € 19,00
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E-book
2023, pp. , € 9,99
In un futuro prossimo, un gruppo di scienziati riunito presso il Cratere di Batagaika, indaga su una Siberia che si sta sciogliendo “come se un dio avesse aperto uno squarcio nella crosta ghiacciata”. È in questo scenario che viene riportato alla luce il cadavere perfettamente conservato di una bambina di trentamila anni, malaugurato veicolo di un virus catastrofico. Il mondo, messo in ginocchio da quella che verrà battezzata come peste artica, cambia radicalmente. Gli umani si trovano costretti a costruirsi una nuova realtà, fatta di parchi giochi per l'eutanasia e hotel del commiato, animali robotici che parlano per conto dei morti e desolanti rifugi virtuali.
In alto nel buio è composto da una molteplicità di storie che attraversano le fasi del virus, dalla sua scoperta alle conseguenze. Saltando tra vicende, linee temporali, modalità narrative e persino universi, ogni segmento è raccontato dal punto di vista di un personaggio diverso e mette in luce un aspetto significativo della realtà in evoluzione. Nagamatsu disegna realtà suggestive e costruisce ponti tra di esse, dando vita a un collage di istantanee che si rivela via via ricco di interconnessioni. Trascendendo ogni genere, l'autore dà così vita a un romanzo letterario e, insieme, fantascientifico, che offre sia approfondimenti psicologici che suggestioni ultraterrene.
Scrivendo di ondate e varianti, servizi sanitari stressati oltre il limite, stadi usati come obitori, mancanze e coprifuochi, Nagamatsu si tiene alla larga dai cliché sensazionalistici propri delle narrazioni apocalittiche, optando per una riflessione più sottile e profondamente umana. Sono i piccoli momenti tra i personaggi, infatti, ad arrivare al cuore del lettore. È l’impiegato che, nel lunapark per bambini in fin di vita, osserva una madre dare al figlio “un abbraccio e un sorso dal suo succo di frutta prima di estrarre la siringa”; oppure, è l’uomo che si innamora di una donna nel metaverso poiché “parla della vita, nonostante la tristezza”; è Aubrey, il patologo forense che lavora sugli effetti a lungo termine della malattia, che afferma: “Qualcosa è cambiato tra di noi con l’evolversi del virus”, alludendo, contro ogni previsione, a qualcosa di buono. Scritto negli anni immediatamente precedenti al Covid-19, l’universo pandemico di In alto nel buio appare angosciosamente lungimirante e apre a considerazioni sul nostro stesso presente, sulle nostre paure e sul nostro comune sentire, unica fonte di salvezza in un avvenire denso di interrogativi.
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