Ivan Illich

Gender. Per una critica storica dell'uguaglianza

Apparso per la prima volta nel 1984, questo libro annuncia profeticamente ciò che è oggi sotto gli occhi di tutti: l’avvento del genderless, del senza-genere, la figura in cui giunge pienamente a compimento quel processo proprio...

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Informazioni
2016, pp. 272, € 9,00
ISBN: 9788865593592
Collana: Beat Edizioni
Generi: Filosofia
SINOSSI

Apparso per la prima volta nel 1984, questo libro annuncia profeticamente ciò che è oggi sotto gli occhi di tutti: l’avvento del genderless, del senza-genere, la figura in cui giunge pienamente a compimento quel processo proprio delle società industriali che va sotto il nome di «uguaglianza tra i sessi». Un compimento inscritto nell’essenza stessa dell’Homo oeconomicus per la quale uomini e donne non sono altro che «neutri economici».
Illich indaga «il passaggio da un mondo sotto l’egida del gender a uno sotto il regime del sesso» ricostruendo i mutamenti nei modi della percezione del corpo e delle sue relazioni col mondo nel passaggio cruciale dall’antica società vernacolare e conviviale alla società industriale. E svela come il sessismo delle società moderne non sia soltanto altra cosa dalla differenza sessuale propria del gender nell’universo vernacolare, ma nasca dal suo stesso misconoscimento.

Autore

Ivan Illich (Vienna 1926 - Brema 2002), ordinato sacerdote a Roma nel 1951 e attivo nelle diocesi di New York, Ponce (Puerto Rico) e Cuernavaca (Messico), interruppe volontariamente l’esercizio pubblico del sacerdozio nel 1968, a seguito del procedimento avviato a suo carico dalla Congregazione per la dottrina della fede: in questione erano le sue attività a difesa dell’autonomia religiosa e culturale dell’America latina di fronte alle ingerenze «missionarie» statunitensi. Illich scelse allora di dedicarsi a una critica militante delle moderne ideologie e istituzioni del mondo sviluppato, e a una parallela rivendicazione dei valori «vernacolari», con libri come Descolarizzare la società, La convivialità, Nemesi medica cui negli anni Settanta arrise una notevole fortuna internazionale. Più tardi approfondì e radicalizzò la sua critica, dirigendola sull’intera parabola del processo di modernizzazione in Occidente e sulle trasformazioni antropologiche da esso indotte (Lavoro ombra, Per una storia dei bisogni, Il genere e il sesso, Nello specchio del passato), da ultimo coinvolgendovi anche senso e destino della rivelazione cristiana (La perdita dei sensi, I fiumi a nord del futuro).