Con questo nuovo libro, l’indagine sulla genealogia del potere iniziata da Agamben dieci anni fa con Homo sacer giunge a uno snodo decisivo. Due domande scandiscono il campo della ricerca: 1) perché il potere ha assunto in occidente la forma di un’«economia», cioè di un governo degli uomini e delle cose? 2) perché, se il potere è essenzialmente governo, esso ha bisogno della gloria, cioè di tutto quell’apparato cerimoniale e liturgico che l’accompagna fin dall’inizio?
Cercando di rispondere, sulle tracce di Michel Foucault, alla prima domanda, Agamben scopre che, nei primi secoli della storia della chiesa, per conciliare il monoteismo con le tre persone, la dottrina della Trinità viene introdotta nella forma di una «economia» della vita divina, come un problema di gestione e di governo della «casa» celeste e del mondo. Agamben mostra che, fondendosi con l’idea di provvidenza, questo paradigma «teologico-economico» è inaspettatamente all’origine di molte delle categorie fondamentali della politica moderna, dalla teoria democratica della divisione dei poteri fino alla dottrina strategica degli «effetti collaterali», dalla «mano invisibile» del liberalismo smithiano fino alle idee di ordine e sicurezza. Ma la novità forse più grande che emerge dalla ricerca è che il potere moderno non è soltanto «governo», ma anche «gloria» e che gli aspetti cerimoniali, liturgici e acclamatorii che siamo abituati a considerare come un residuo del passato costituiscono invece tuttora la base del potere occidentale.
Attraverso un’analisi affascinante delle acclamazioni liturgiche e dei simboli cerimoniali del potere, dal trono alla corona, dalla porpora ai fasci littori, Agamben costruisce un’inedita genealogia che getta una luce nuova sulla funzione del consenso e dei media nelle democrazie moderne. Un libro che rinnova profondamente tutta la nostra visione della politica.