L'innocenza

Nel 1792, a Londra, il traffico è intenso dalle parti di Hercules Buildings: ventidue case a schiera di mattoni con un piccolo giardino sul davanti e un pub a ciascuna estremità della strada. I Kellaway, padre, madre e due figli, si sono appena sistemati al numero 12. Thomas Kellaway, il capofamiglia, ha appena scaricato tutti gli arnesi – pezzi di tornio, accette, scalpelli – utili lavorare come carpentiere nel celebre circo di Philip Astley.
Jem, il figlio dodicenne, esploderebbe certamente di rabbia e stanchezza se d'improvviso non scorgesse un uomo attraversare la via con un bizzarro berretto in testa, un bonnet rouge, il copricapo con la coccarda blu, bianca e rossa della Rivoluzione francese. È uno degli abitanti più noti degli Hercules Buildings: William Blake, l'artista, il poeta che stampa «strani libretti» e inneggia alle idee che incendiano il paese dall'altra parte della Manica.
Così comincia questo romanzo, che a ritmo incalzante conduce il lettore davanti a tutti i suoi temi: i pericoli dell'amore, gli intrighi dei potenti, la Londra di fine Settecento, con le sue miserie e il suo splendore, e la straordinaria figura di William Blake, l'autore dei Canti dell'innocenza e dell'esperienza, con le sue folgoranti, improvvise apparizioni.