Neri Pozza Editore | Nel bianco
 
  • Condividi :

Nel bianco

Simona Vinci

Compra on-line

Compra l'Ebook

«Viaggiare è fuggire il proprio demone familiare, distanziare la propria ombra, seminare il proprio doppio»: così Paul Morand descrive il senso di ogni autentico viaggiare. Una massima che, in un giorno d’aprile, ha spinto SimonaVinci a raggiungere l’immenso corpo di ghiaccio sulla testa della Terra, quel gigantesco, infinitocuscino bianco di tremila metri di profondità chiamato Artico. Un luogo dove la Natura è potente e imprevedibile, dove l’isolamento è una condanna e una sfida quotidiana, dove si è in balia delle intemperie, della neve, del vento, degli animali feroci, del freddo e delle proprie paure. Un luogo apparentemente ideale per distanziarsi da sé stessi e accettare l’imprevisto qualunque esso sia, persino «quello di non sapere più di preciso chi si era prima di partire».
Questo libro è il puntuale resoconto di questo viaggio, «innescato – come scrive Marzio Mian nella prefazione – dal richiamo della bellezza assoluta o dal bisogno di chiudersi nella più blindata fortezza di solitudine al mondo». È perciò la narrazione di questa bellezza, dei fiordighiacciati, delle rocce a picco sul mare dov’è possibile contemplare gli iceberg e le isole di ghiaccio. Ma è anche il racconto di un mondo in cui le etnie che lo abitano, dalla Groenlandia alla Siberia, pressate dall’avanzata della modernità, hanno abdicato ai loro modi di vita millenari.
Parafrasando Lévi-Strauss, come suggerisce Mian nella prefazione, questo libro avrebbe anche potuto intitolarsi “triste Artico”, poiché mostra, con sorprendente anticipo, ciò che èdiventato chiaro oggi: che il vortice della Storia, ha risucchiato l’Artico dalla periferia del tempo e lo ha travolto.

ISBN: 978-88-545-1955-8

Categoria:

Genere:

Collana: Il Cammello Battriano

Pagine: 280

Tradotto da:

Prezzo:18,00

ISBN: 978-88-545-1955-8

Categoria:

Genere:

Collana: Il Cammello Battriano

Pagine: 280

Tradotto da:

Prezzo:18,00

RECENSIONI

«Essere uno scrittore vuol dire anche stare seduti su un muretto a Tasiilaq in una mattina di aprile a cercare di pronunciare uanga alerarpua Simona, kaner alerarpi? a una vecchia sdentata che fuma una sigaretta dietro l’altra. Il mio nome è Simona, tu come ti chiami? E sentirsi rispondere con una timida, ma irrefrenabile e sputazzante risata».

EVENTI E NEWS

VIDEO

Newsletter

Resta aggiornato sulle novità e non perderti neanche un'anticipazione

Compila di seguito il campo inserendo la tua mail personale per ricevere la nostra newsletter