Nero Wolfe e sua figlia

Compra on-line
Ventidue anni, belle gambe, occhi neri e un chiaro accento straniero, Clara Lovchen fa il suo ingresso al numero 506 della Trentacinquesima Strada. Incurante dello sguardo ammirato di Archie Goodwin e di quello accigliato di Nero Wolfe, dice di venire dal Montenegro e di lavorare sulla Quarantottesima, da Nikola Miltan, scuola di danza e di scherma.
Aggiunge poi di trovarsi al cospetto del detective, così celebre in Montenegro, non per una faccenda sua, ma per conto di Neya Tormic´, la ragazza con cui lavora, venuta come lei in America non molto tempo fa.
Non è un impiccio da poco quello in cui l’amica si è venuta a trovare. Uno degli allievi di scherma, un uomo di mezza età, grasso e ricco, un certo Nat Driscoll, la ha accusata di aver frugato nelle tasche della sua giacca e di aver rubato dei diamanti che lui teneva in una di quelle scatolette in cui si conservano le pillole. Mr. Driscoll esige che i diamanti gli vengano immediatamente restituiti. Ma Neya è innocente… e Wolfe deve aiutarla. Deve farlo perché Neya Tormic´ è… sua figlia.
Opera in cui Rex Stout, da gran narratore qual è, procede, come scrive Diego De Silva nella prefazione a questa edizione, «per allusioni, bocconi di racconto», Nero Wolfe e sua figlia intriga col suo chiaro invito al lettore a «intuire e ricomporre, ricostruendo motivazioni e retroscena, svelando infingimenti e menzogne: in un certo senso, collaborando all’indagine».

RECENSIONI
«Stout, da vero scrittore qual è (come Georges Simenon o Arthur Conan Doyle…), tace sapientemente ciò a cui più tiene».
Diego De Silva
«Torna il mito Nero Wolfe il detective che ama le orchidee più degli umani e considera il cibo l’unica arte per cui vale la pena esistere».
Il Venerdì di Repubblica
«Stout scrive bene, racconta benissimo e i suoi romanzi sono coltivati con cura come un fiore raro e raffinato».
Carlo Lucarelli