1942, Weimar, Germania. Anna è nella panetteria della fornaia Mathilde Staudt, il locale in cui si è rifugiata con la piccola Trudie, la bambina avuta da un medico ebreo deportato a Buchenwald, quando un ufficiale nazista entra nel negozio e le annuncia che la fornaia è stata arrestata per attività sovversiva. Anna cerca di balbettare qualche menzogna credibile, ma l’Obersturmführer si dirige deciso verso di lei, la prende per il mento e serra le mani sulle sue guance.
Nel vecchio letto della fornaia, l’ufficiale la prende e Anna capisce che è salva… Salvata dal nemico. Ma non si finisce forse con l’amare sempre coloro che ci salvano?
Romanzo che penetra nel lato oscuro del desiderio, dove il senso di colpa cede all’intensità stessa del sentimento, Quelli che ci salvarono ci offre uno straordinario ritratto di donna «la cui umanità non si irrigidisce mai in un’astratta perfezione» (San Francisco Chronicle).