Willa Cather

La morte viene per l'arcivescovo

È un pomeriggio d’autunno del 1851 e Jean Marie Latour cavalca solitario nel deserto del New Mexico. Giovane parroco sulle sponde del lago Ontario, Latour è stato nominato vicario apostolico del paese nordamericano dalle più...

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Informazioni
Giovanna Scocchera
2008, pp. 272, € 15,00
ISBN: 9788854502604
Collana: I Narratori delle Tavole
Generi: Narrativa straniera, Romanzo storico
SINOSSI

È un pomeriggio d’autunno del 1851 e Jean Marie Latour cavalca solitario nel deserto del New Mexico.
Giovane parroco sulle sponde del lago Ontario, Latour è stato nominato vicario apostolico del paese nordamericano dalle più alte gerarchie della Chiesa di Roma, preoccupate dalla recente annessione del New Mexico agli Stati Uniti e al loro «governo progressista».
Abitato da una trentina di bellicose tribù indiane e da messicani che cercano in ogni modo di restare aggrappati alla fede cattolica, il New Mexico, evangelizzato nel quindicesimo secolo dai padri francescani, è stato di fatto abbandonato al suo destino per quasi trecento anni. Le vecchie chiese di missione sono in rovina. I pochi preti rimasti non hanno guida né disciplina, e alcuni sono addirittura dediti al concubinato.
Il paese, poi, non ha certo mutato la sua geografia dal tempo dell’evangelizzazione: non ha strade percorribili con carri né canali o fiumi navigabili. Il commercio è condotto servendosi dei muli da soma, su sentieri insidiosi che attraversano un deserto orribile, pieno di canyon e arroyos, fenditure della terra profonde a volte un metro a volte mille, frequentate da bande di indiani, cacciatori, predatori di pellicce e cercatori d’oro.
Un compito difficile attende Jean Marie Latour.
Lui, però, non è un prete come tanti altri, e lo si capisce subito. La sua testa eretta non è quella di un uomo comune, è fatta per ospitare un’intelligenza superiore. Ha una fronte aperta, generosa, riflessiva, lineamenti aggraziati e piuttosto severi. I suoi modi, persino quando cavalca solitario nel deserto, sono quelli di chi riserva sempre una certa cortesia a se stesso e al creato che lo circonda.
Libro felice, attraversato dalla letizia che viene dal saper godere delle forme del mondo, La morte viene per l’arcivescovo è considerata una delle opere fondamentali di Willa Cather, quella in cui la grande scrittrice americana si mostra capace di coniugare la maturità del talento col passo della giovinezza.

Autore

Willa Cather nacque vicino a Winchester, in Virginia, il 7 dicembre 1873. Ancora bambina si trasferì con la famiglia a Red Cloud, in Nebraska. Completati gli studi, lavorò come insegnante alla scuola superiore di Pittsburgh. In quegli anni incontrò Isabelle McClung, suo grande amore, a cui rimase comunque legata per sempre da forte amicizia, anche dopo le nozze di Isabelle. Nel 1906 si trasferì a New York dove per sei anni lavorò come giornalista per il McClure's Magazine, quindi si dedicò completamente alla scrittura. Nel 1923 vinse il Pulitzer Prize per la novella One of Ours. Morì a New York il 24 aprile del 1947. Tra i suoi romanzi tradotti in italiano: La mia Antonia (La Tartaruga, 1986); La bellezza di un tempo e altri racconti (Sellerio di Giorgianni, 1993); La casa del professore (Giano, 2003); Il mio mortale nemico (Adelphi, 2006); La morte viene per l'arcivescovo (Neri Pozza, 2008).