Indra Sinha

Animal

«Un tempo ero umano. Almeno così dicono. Io non ricordo, ma la gente che mi ha conosciuto da piccolo racconta che camminavo su due piedi come un essere umano». La storia di Animal comincia quella notte in cui lo trovarono steso davanti...

Dove acquistare Dove acquistare Dove acquistare
Informazioni
Vincenzo Mingiardi
2009, pp. 432, € 17,00
ISBN: 9788854502925
Collana: Le Tavole d'Oro
Generi: Narrativa straniera
SINOSSI

«Un tempo ero umano. Almeno così dicono. Io non ricordo, ma la gente che mi ha conosciuto da piccolo racconta che camminavo su due piedi come un essere umano».
La storia di Animal comincia quella notte in cui lo trovarono steso davanti a una porta, bimbo di pochi giorni, avvolto in uno scialle. La notte famosa in cui la Kampani, la fabbrica chimica americana, sparse nel cielo del piccolo villaggio indiano di Khaufpur dei veleni «così buoni» che dopo tanti anni non si riescono ancora a togliere.
Animal tossiva quella notte, aveva la bava alla bocca, gli occhi storti dalla nebbia bruciante. Nessuno si aspettava che sopravvivesse, quando lo portarono all’ospedale. E invece sopravvisse. E allora lo affidarono all’orfanotrofio locale visto che non c’era anima viva a reclamarlo.
A sei anni, però, ecco un improvviso bruciore nel collo e dietro le spalle, e la schiena che comincia a piegarsi. Quando la spina dorsale ha smesso di fondersi, le ossa erano piegate come una forcina e la parte più alta di lui era il culo.
I primi a chiamarlo Animal sono stati i bambini dell’orfanotrofio quando l’hanno visto camminare a quattro zampe. E da allora il nome gli è rimasto appiccicato come fango.
Ogni tanto Ma Franci, la suora che lo accudisce come se fosse la sua vera madre, gli ricorda quanto gli piaceva da piccolo nuotare nei laghi dietro la fabbrica della Kampani e come si tuffava «con le braccia e le gambe tese, bello dritto».
Ma quando gli dice così Animal si sente triste, perché sogna ancora di tuffarsi dritto come un bastone nell’acqua profonda lasciandosi dietro la sua ombra storta.
Ora, però, ha trovato un lavoretto. È entrato a far parte della banda di Zafar, un tipo che ha lasciato di punto in bianco l’università ed è venuto a Khaufpur per organizzare la lotta contro la Kampani. Animal deve tenere occhi e orecchie aperti nelle strade e nei chioschi di chai, per scoprire cosa stanno architettando governo e munsipal per fregare la gente.
Nello slum, dicono che Zafar e i suoi sono dei santi a difendere le «vittime del veleno». Animal, però, odia tutti i discorsi sulle «vittime del veleno» e, per quanto riguarda Zafar, sa che non è affatto un santo visto che, quando compare la bella Nisha, nei suoi occhi c’è la stessa libidine che brilla nei suoi.
Romanzo-evento della recente stagione letteraria britannica, finalista al Booker Prize, vincitore del Commonwealth Writers’ Prize, Animal è una di quelle rare opere in cui un tragico evento reale (il più grave incidente chimico-industriale della storia avvenuto a Bhopal nel 1984) consente alla letteratura di celebrare la vita descrivendo lucidamente la crudeltà del male.

Autore

Indra Sinha è nato a Bombay nel 1950, figlio di un ufficiale di marina indiano e di una scrittrice inglese. Dopo aver trascorso l’infanzia in India, ha studiato letteratura inglese a Cambridge. Tra le sue opere il saggio The Cybergypsies e il romanzo La morte di Mister Love (Neri Pozza 2003). Negli ultimi quindici anni, Sinha ha lavorato alla raccolta di fondi per l’assistenza medica alle vittime della tragedia di Bhopal.