In un famoso bar di Hollywood ormai sulla via del declino lavora un barman senza nome. Ha poco piú di trent'anni, ed è morbosamente affascinato dalla decadente rovina che lo circonda. Il barman osserva i clienti scivolare nel loro oblio notturno, ascolta le loro chiacchiere, il continuo brusio delle loro esistenze, e prende appunti per un romanzo. Nella speranza di scoprire i segreti e i fantasmi delle loro vite cerca di stringere amicizia con alcuni di loro, i clienti regolari, ognuno con la sua storia, la sua unicità.
Sera dopo sera, settimana dopo settimana, il lavoro lo avvolge in un soffocante universo fatto di luci basse, musica soffusa, chiacchiere e mormorii sullo sfondo. Cosí accade, sembra inevitabile, che il barman inizi a versarsi piú bicchieri di quelli che porge ai suoi clienti. E a ingoiare qualche pasticca. E a sniffare qualche striscia di cocaina.
Quando è fuori dal bar la vita gli sembra ancora piú dolorosa. La moglie lo ammonisce ogni giorno per i risvegli difficili, in preda ai postumi di una sbornia senza fine; le abitudini quotidiane si stringono intorno a lui come sbarre di una prigione, infine la solitudine lo assale. Davanti a sé un incubo ricorrente, quello di trovarsi dall'altro lato del bancone, simile a loro, ai clienti seduti sempre sullo stesso sgabello, smarriti nel ghiaccio tintinnante, nel vortice di un bicchiere di whiskey...
Abluzioni scava a fondo e senza mai esitare nella mente di chi abusa di alcol e di droghe, per testimoniare cosa accade a un uomo quando queste sostanze lo rendono inumano. Amaro e assurdamente comico, è un romanzo colmo di fragilità e bellezza, in cui il lettore diviene complice del protagonista, chiamato dentro glieventi da una voce irresistibile, tenera e nonostante tutto piena di speranza, che ci rende a nostra volta ebbri, e altrettanto smarriti.