Antoine Compagnon

Gli antimoderni. Da Joseph De Maistre a Roland Barthes

Non vi è forse epoca che non sia stata attraversata dal rifiuto del cambiamento e dal rimpianto della tradizione perduta. Tuttavia, ed è la tesi che alimenta queste pagine, se i tradizionalisti ci sono sempre stati, lo stesso non si può...

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Informazioni
Alberto Folin
2017, pp. 512, € 28,00
ISBN: 9788854515192
Collana: I Colibrì
Generi: Critica letteraria, Saggi
SINOSSI

Non vi è forse epoca che non sia stata attraversata dal rifiuto del cambiamento e dal rimpianto della tradizione perduta. Tuttavia, ed è la tesi che alimenta queste pagine, se i tradizionalisti ci sono sempre stati, lo stesso non si può dire degli  antimoderni.
Gli antimoderni non sono figure semplicemente mosse dall’eterno pregiudizio contro il cambiamento, e dunque fantasmi del passato che si aggirano in ogni tempo. Gli antimoderni, nel senso proprio, moderno, della parola, hanno una data di nascita precisa: il 1798, l’anno in cui la Rivoluzione francese segna una rottura decisiva e una svolta fatale; hanno una casa: la letteratura; e posseggono un’attitudine tutta loro: una relazione particolare con la morte, con la malinconia, con il dandismo, con il disincanto che li fa sembrare più moderni dei moderni, come eroi ultramoderni dell’antimodernità.
Da Joseph de Maistre a Roland Barthes, passando per François-René de  Chateaubriand, Charles Baudelaire, Léon Bloy, Marcel Proust, Pierre Drieu la  Rochelle, André Gide, Jacques Rivière, Jean Paulhan, Julien Gracq, André Breton, Maurice Blanchot e tanti altri, il genio antimoderno si è rifugiato, per Antoine  Compagnon, nella letteratura, ma non nella letteratura genericamente intesa, bensì in quella «che noi qualifichiamo moderna, nella letteratura che è diventata canone della posterità», e «la cui resistenza ideologica è inseparabile dalla sua audacia letteraria».
Così, diversamente dalla vita politica, in cui, dalla Rivoluzione francese in poi, trionfa una candida apologia del moderno del tutto priva di modernità, la vita letteraria degli antimoderni, di coloro che hanno perso l’innocenza del moderno, appare, in questa importante opera dedicata alle figure più rilevanti della letteratura francese, segnata da una «reale e duratura modernità».

Autore

Antoine Compagnon insegna letteratura francese alla Sorbona e alla Columbia University di New York. Dal 2006 fa parte dell’Haut Conseil de l’éducation ed è stato chiamato al Collège de France. Dal 2007 è professore onorario all’École des hautes études commerciales de Paris e presidente del comitato scientifico dell’École normale supérieure. Tra i suoi libri, I cinque paradossi della modernità (Il Mulino, 1993), Proust tra due secoli (Einaudi, 1992), Il demone della teoria. Letteratura e senso comune  (Einaudi, 2000), Un’estate con Montaigne (Adelphi, 2014).