La notte di capodanno del 1937, Evelyn Ross, bionda naturale del Midwest approdata a New York in cerca di fortuna, e Katey Kontent, giovane donna di buone letture che, per sbarcare il lunario, sbriga la corrispondenza in uno studio legale, incontrano in uno scalcagnato night club del Greenwich Village a New York, Theodore Grey, detto Tinker, banchiere a Wall Street, con appartamento al 211 Central Park West, ventidue piani con terrazzo, Mercedes coupé color argento vivo e liason con Anne Grandyn, ufficialmente sua madrina e, altrettanto ufficialmente, regina della mondanità newyorchese. In una parola, l’uomo del destino, colui che le condurrà nella «buona società» newyorchese della fine degli Anni Trenta, al termine di quel «decennio snervante» in cui la musica di Billy Holiday, i party in frac e cravatta nera, i cocktail a base di martini dry sono l’ultimo lusso che New York strappa alla Grande Depressione prima di precipitare nel baratro di una guerra i cui venti spirano già in Europa.