Galina e Raja si sono conosciute tre anni prima che la Russia dichiarasse guerra alla Germania. Raja era arrivata da Kiev ed era andata a lavorare come assistente bibliotecaria presso la biblioteca centrale, dove Galina svolgeva lo stesso lavoro da anni. A furia di stare sedute a scrivanie vicine, di andare a pranzo allo stesso piccolo caffè all’angolo, di fare acquisti nella stessa drogheria, e di prendere lo stesso tram per tornare a casa, sono diventate così amiche da assomigliarsi: tutte e due graziose, sottili, di statura media, con gli occhi azzurri e i capelli biondi e ondulati, due bellezze, due gemelle slave.
Il giorno, però, in cui i tedeschi sono arrivati nel villaggio, Raja ha cominciato a scoppiare in singhiozzi isterici, ad accasciarsi sul sofa, incapace di controllarsi anche in presenza della sua bambina Liza.
Galina ha pensato che Raja non avesse tutti i torti. Le voci che correvano sul modo in cui i tedeschi trattano gli ebrei erano terribili, e Raja è ebrea.
Così ha deciso di ospitare e nascondere nella sua casa l’amica e la sua piccola.
Un gesto nobile e coraggioso, che rischia però di essere presto un ricordo. Da qualche tempo, infatti, Galina è in preda a uno strano risentimento nei confronti dell’amica, che le appare improvvisamente come un’estranea, una donna fatua e insincera. E il timore delle falsità sta facendo peggiorare rapidamente quella convivenza, che precipita sempre più in basso, come un vecchio ascensore arruginito.
Così comincia questa raccolta di racconti che ha rivelato sulla scena letteraria internazionale il talento di Lara Vapnyar.
Un unico filo conduttore unisce le storie: l’apparire improvviso di impulsi, pulsioni, desideri inaspettati nel normale corso delle cose.
In Ci sono ebrei nella mia casa, il racconto che dà il titolo alla raccolta, è il risentimento l’oscura pulsione che insorge inattesa.
In Lezioni d’amore è la vergogna, che afferra una giovane insegnante di matematica che si ritrova a insegnare educazione sessuale in una classe femminile, lei che nella sua vita ha avuto un unico incontro sessuale insignificante e persino imbarazzante; in L’amante è la spensierata spudoratezza degli anziani nonni di un bambino che non sottraggono affatto allo sguardo del nipote i particolari più intimi della loro vita.
Lara Vapnyar illumina le avventure e le nascoste possibilità dell’esistenza con una «prosa in cui i dettagli si fanno avanti, semplici e brillanti, fino a formare un mondo» (Chicago Tribune).